"Il nome è una crasi di due punti saldi nel panorama del giornalismo: la passione per il mestiere del grande giornalista italiano Indro Montanelli, che non si è mai staccato dalla sua macchina da scrivere Lettera 22, e la previsione inesorabile del docente di giornalismo studioso dell'editoria americana Philip Mayer secondo cui l'ultima copia cartacea del "New York Times" sarà venduta nel 2043" ha spiegato il direttore, Paolo Madron (ex giornalista del "Sole 24 ore").
Si tratta di un'iniziativa coraggiosa, come spiega Anna Masera, nota giornalista, nel suo blog di "La Stampa.it". Coraggiosa perché stimola i giovani appassionati di giornalismo a trovare nuove strade per un professione in crisi. Più di venti sono stati infatti i giovani redattori assunti da "Lettera 43", un lusso che in tempi di crisi nessun giornale tradizionale, alle prese con i prepensionamenti per ridurre i costi, può concedersi.
Il nuovo quotidiano di Madron è un'iniziativa coraggiosa anche perché, oltre che a contare su finanziatori che credono nel futuro del giornalismo online (oltre a fondo Sator di Matteo Arpe, figurano Angelo Mario Moratti, figlio maggiore di Massimo, a.d. di Saras e presidente dell'F.C.Internazionale, Paolo Cantarella, ex a.d. di Fiat, l'armatore Paolo D'Amico e i fratelli Pietro e Luigi Mazza, ex proprietari di Alpitour), hanno investito di tasca propria lo stesso direttore Madron, il direttore editoriale Tita Prestini e due ex direttori della concessionaria pubblicitaria Manzoni, Leonardo Barbieri e Daniele Sesini che di "Lettera 43" è l'amministratore delegato. Un plafond di 3,5 milioni di euro dovrebbe garantire i primi 3 anni di vita con un modello di business che prevede di offrire il giornale gratis ai suoi lettori online: in un momento in cui tutti gli editori tirano i remi in barca e, in tempi magri per la raccolta di pubblicità, cercano di far pagare i loro contenuti su Internet. Infine coraggiosa perché il suo direttore Madron scommette sul giornalismo, quello delle notizie, e non solo sull'aggregazione e sul commento di contenuti altrui, tra blog e giornali online, come invece per esempio fa il pur interessante "superblog" di Luca Sofri "Il Post".
Il nuovo quotidiano di Madron è un'iniziativa coraggiosa anche perché, oltre che a contare su finanziatori che credono nel futuro del giornalismo online (oltre a fondo Sator di Matteo Arpe, figurano Angelo Mario Moratti, figlio maggiore di Massimo, a.d. di Saras e presidente dell'F.C.Internazionale, Paolo Cantarella, ex a.d. di Fiat, l'armatore Paolo D'Amico e i fratelli Pietro e Luigi Mazza, ex proprietari di Alpitour), hanno investito di tasca propria lo stesso direttore Madron, il direttore editoriale Tita Prestini e due ex direttori della concessionaria pubblicitaria Manzoni, Leonardo Barbieri e Daniele Sesini che di "Lettera 43" è l'amministratore delegato. Un plafond di 3,5 milioni di euro dovrebbe garantire i primi 3 anni di vita con un modello di business che prevede di offrire il giornale gratis ai suoi lettori online: in un momento in cui tutti gli editori tirano i remi in barca e, in tempi magri per la raccolta di pubblicità, cercano di far pagare i loro contenuti su Internet. Infine coraggiosa perché il suo direttore Madron scommette sul giornalismo, quello delle notizie, e non solo sull'aggregazione e sul commento di contenuti altrui, tra blog e giornali online, come invece per esempio fa il pur interessante "superblog" di Luca Sofri "Il Post".
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