Il 14 febbraio 2004 a Napoli si tenne una tavola rotonda sui rapporti tra blog e scrittura. Nonostante la qualità dei relatori non fu una serata felice, come ricorda Giuseppe Granieri, uno dei maggiori esperti italiani di comunicazione e culture digitali, presente in quell'occasione. Infatti, in quel convegno, se la novità dei blog fu certo salutata come una grande rivoluzione che Internet regalava alle nostre vite, non mancarono d'altra parte numerose critiche e perplessità intorno a questa stessa rivoluzione.
Il pericolo che si intravvedeva nel nuovo strumento era quello di una potenziale minaccia all'establishment culturale e mediatico, poichè il blog consente a tutti di pubblicare senza avere necessariamente un editore o la patente di "gatekeeper" (custode della soglia o mediatore culturale). Già nel 2003 erano sorte non poche polemiche intorno ai blog, alimentate da scrittori come Tiziano Scarpa e da una nutrita schiera di giornalisti, e sfociate poi in veri e propri conflitti tra categorie (scrittori vs blogger, giornalisti vs blogger), come se i blogger stessi fossero una corporazione.
Ma nemmeno negli Usa, che pure avevano un paio d'anni di vantaggio e già centinaia di migliaia di blogger, le cose sono andate meglio. Ancora nel 2004 Doc Searls, editore storico del "Linux Magazine", raccontava che il giornalismo tradizionale non sapeva ancora destreggiarsi sul Web, pur sperimentandolo già dal 2005. Il risultato è che i professionisti, allora, snobbavano ancora i blog, confinandoli ai margini dell'informazione. Searls, in una dichiarazione del 2004, fu molto esplicito: "Non ho ancora visto nei grandi media un buon articolo o un buon servizio sui weblog che non fosse fatto da un blogger. I blog non possono essere compresi, e tanto meno spiegati, utilizzando le metafore concettuali che abbiamo usato per descrivere il Web sin dagli esordi: tutte queste menate sul design, l'implementazione, la costruzione di siti web con indirizzi e locazioni. Non c'è nulla nella retorica presa a prestito dall'architettura e da altri linguaggi che possa descrivere anche minimamente ciò che Dave Winer, Glenn Reynolds e Choire Sicha fanno con i loro blog ogni giorno".
Eppure i blog, come ricorda ancora Granieri sul suo saggio "Blog generation", non sono stati assolutamente una cosa nuova, almeno come tecnologia e logica. Se osservati da un punto di vista meramente strumentale, infatti, i blog sono solo il modello più semplice si sistema per la gestione dei contenuti. Questi sistemi, tecnicamente chiamati Content Manager System (CMS), sono progettati per favorire l'organizzazione e la pubblicazione delle informazioni, in Internet o nelle reti aziendali. Lo schema di una piattaforma base per blogging rientra in tale categoria e potrebbe ridursi ad un modulo per l'inserimento dei testi in un database e ad un modulo di output che li estrae e li visualizza in una pagina web, con l'ultimo testo inserito collocato in alto e gli altri a seguire verso il basso. Tale sistema, ovviamente, non richiede nessuna competenza tecnica, se non quella di elaborare testi al computer.
Basandosi sull'organizzazione dei contenuti, caratterizzata appunto dall'annotazione più recente in alto, secondo alcuni il primo blog (anche se il termine fu coniato solo nel 1997 da John Barger) fu anche il primo sito web in assoluto, ovvero la pagina costruita da Tim Berners-Lee sui server del CERN (Comité Européen pour la Recherche Nucléaire). La pagina, archiviata dal World Wide Web Consortium (W3C), puntava ai nuovi siti che venivano messi online, con l'ultima segnalazione, appunto, in cima. Questo modello ebbe successo e fu seguito dal sito di Netscapenegli anni successivi con la What's New Page, che fu utilizzata da tantissimi altri operatori.
Oltre all'organizzazione grafica, i blog ricordano i primi siti Internet anche per un'altra notevole caratteristica: la possibilità di aggiornamento frequente da parte dei singoli utenti, senza richioedere l'intervento dei tecnici. I blog sono perciò una risposta ad un problema nato con il Web e con la visione del suo inventore Tim Berners-Lee, che voleva farne un "posto" in cui pubblicare contenuti fosse facile quanto consultarli.
Il vero "papà" dei blog come li conosciamo ora è stato però Dave Winer. Nel 1997 egli lanciò "Scripting News", ed il suo impegno e il suo entusiasmo sono stati un esempio per migliaia di blogger. Winer, con la sua software house, ha tra l'altro messo a punto anche Frontier, Manila e Radio Userland, applicazioni che hanno contribuito in maniera decisiva allo sviluppo del blogging. Nel luglio 1998 Pitas lanciò il primo servizio di blogging gratuito, seguito ad un mese di distanza da Pyra Labs che con Blogger, acquisito poi da Google, ha dato una spinta decisa verso la diffusione di massa.
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